Da bambina, non mi piaceva molto giocare, infatti, saltellare, gridare o correre non mi divertiva affatto, erano cose che ritenevo siano per gli altri bambini e non per me; colei che aveva sempre il cuore e la mente impegnati e in continua comunicazione o confidenza con le cose che la circondavano e soprattutto con l’aria!
Tutt’oggi molti pensano che l’aria fosse solo un insieme di particelle o di atomi fondamentali per la vita dell’Uomo, per me invece è un grembo pieno di segreti, ecco perché quando i bambini giocavano, rimanevo in silenzio ad ascoltare quel che diceva l’aria: l’aria della piccola moschea dove il divertente e curioso faqih recitava i misteriosi versetti del Corano, l’aria delle strade della mia città, l’aria dell’Atlantico e soprattutto l’aria della spaziosa e luminosa stanza da letto dei miei genitori, dove e durante alcune vacanze estive passavo quasi tutte le mie mattinate. Si, in quella stanza m’incantava quell’armadio cinese bello e grande di color avorio e quelle rose e uccelli coloratissimi designati sopra le sue ante. Mi rapivano anche quei sandali e scarpe lucidi e pulitissimi che mia madre sistemava sotto di esso.
L’armadio non era mai vuoto, era abitato da tante persone! Infatti, Quando l’aprivo, vedevo appesi quei tanti vestiti che emanavano un delicatissimo profumo di muschio in pietra, portato dalla Mecca. A quel punto si completava l’immagine di veri e propri uomini fermi in un’ordinatissima fila, le loro teste erano le crucce e i loro piedi erano i sandali e le scarpe sistemati sotto, le gambe invece erano invisibili! Mi chiedevo quanta strada avranno fatto questi uomini? E quanti posti avranno visitato? E mi chiedevo soprattutto dove erano sfuggiti i loro corpi dato che in quell’armadio era rimasta solo una parte o una traccia della loro anima che testimoniava, il tipo di profumo che usavano queste persone, i colori che piacevano a loro, i tipi delle stoffe e dei vestiti che indossavano,praticamente in quell’armadio era rinchiuso tutto di loro, tranne il corpo che in quel momento stava vagando altrove! Per me lo spostamento dei corpi è completo e totale, ma quello delle anime è sempre parziale, loro lasciano una parte della loro essenza nei luoghi dove i corpi sono stati una volta, ed è proprio quella parte o quella traccia che il vento porta con se e sparpaglia le sue particelle in tutti gli angoli della terra, ecco perché può capitare ad una persona che abita in un posto lontano dalla sua terra natale, di sentire l’odore di una nonna, di una madre o di un padre o addirittura di un’intera città. Noi non siamo altro, che lo spirito che abita il vento e il vento fa di noi uomini stanziali e nomadi nello stesso tempo!
Quando il conversare con i corpi invisibili dei vestiti che abitavano quell’armadio consumava tutte le mie energie, mi sdraiavo sul letto dei miei genitori e mi sprofondavo in un dolcissimo sonno, dove spesso mi capitava di sentire vibrare il mio cuore e vedere me stessa, allora, una bambina che non aveva ancora compiuto i suoi sette anni, addormentata sulla mappa del Marocco e che con i suoi piccoli dita afferrava il rigo che tracciava l’inizio del Mediterraneo e tirandolo giù come se il tutto fosse un lenzuolo blue, si trovava già, sull’altra sponda che veniva subito dopo la parte settentrionale del Marocco . A quell’ora non avevo mai capito quel sogno, ma mia madre mi diceva che forse in un momento della mia vita avrei lasciato il Marocco e sarei andata per vivere in un’altra terra dove ci sarebbe stato il mare, lei diceva che quella terra sarebbe stata la Spagna ed io oggi, mentre scrivo e penso in lingua italiana dico, che quella terra dove dimorava già una parte della mia anima era l’Italia e che la Spagna mi chiama ancora, questo me l’ha già detto il vento marino di Palermo, città dove oggi, solo una parte della mia anima risiede, perché l’altra parte si trova in Marocco e in altri posti della terra e del cielo che neanche io conosco!