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LA RIVA DEGLI ANGELI

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18 avril 2010

Un punto e due mari: A. Gherib


In un punto luminoso

come un astro,

un punto vicino a Gibilterra,

si incontrano due mari:

L’Atlantico e il Mediterraneo.

In quel punto vidi due uomini,

uno verde e anziano,

l’altro alto ed egiziano.

Il secondo chiese al primo:

Chi è il tuo amore?

Il verde rispose:

È una donna ritenuta

superba sulla terra

e principessa nei cieli;

dai suoi occhi sorge il sole

e nella notte dei suoi capelli

brillano le stelle, 

come la luna

alterna è la sua bellezza.

I poeti non l’adorerebbero

Se dovesse cadere sulla terra,

anche se con fierezza.

L’amor mio tra le donne

è una principessa,

ed io amo in lei la primavera

distesa sul suo cuore,

amo la sua finezza.

E tu, uomo egiziano

chi è il tuo amore?

È una patria dove s’incontreranno

tutti gli uomini della terra,

una patria dove sorgeranno

il venturo principe e la tua principessa. 

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18 avril 2010

Senza di te: A.Gherib

Non rimanere così lontano da me,

amore della mia esistenza.

Senza di te,

sono fragile come un fiocco di neve,

debole come una colomba ferita,

triste come un mimosa senza primavera.

Non abbandonarmi bussola del mio cammino,

lascia che la tua luce raggiunga la mia anima,

che la vela del mio battello

trovi il tuo volto.

Libera il mio cuore

dalle macerie della terra,

non voglio più vedere le mie lacrime

nei tuoi occhi

e le mie ferite sul tuo corpo.

Liberami dai fardelli dei miei cari

e non lasciare che il destino

spenga la mia candela.

Tu, stella dell’universo.

Tu che spacchi il granello e il nocciolo.

Tu che fai uscire il morto dal vivo

e il vivo dal morto.

Non svanire come una manciata di sale

buttata in un fiume.

Senza di te,

la vita è uno gioco strano

un labirinto senza fine

un volto senza sorriso

e un bambino senza infanzia.

18 avril 2010

Anime stanziali e nomadi! di A. Gherib

(scritto in italiano nel 2008)

Da bambina, non mi piaceva molto giocare, infatti, saltellare, gridare o correre non mi divertiva affatto, erano cose che ritenevo siano per gli altri bambini e non per me; colei che aveva sempre il cuore e la mente impegnati e in continua comunicazione o confidenza con le cose che la circondavano e soprattutto con l’aria!

Tutt’oggi molti pensano che l’aria fosse solo un insieme di particelle o di atomi fondamentali per la vita dell’Uomo, per me invece è un grembo pieno di segreti, ecco perché quando i bambini giocavano, rimanevo in silenzio ad ascoltare quel che diceva l’aria: l’aria della piccola moschea dove il divertente e curioso faqih recitava i misteriosi versetti del Corano, l’aria delle strade della mia città, l’aria dell’Atlantico e soprattutto l’aria della spaziosa e luminosa stanza da letto dei miei genitori, dove e durante alcune vacanze estive passavo quasi tutte le mie mattinate. Si, in quella stanza m’incantava quell’armadio cinese bello e grande di color avorio e quelle rose e uccelli coloratissimi designati sopra le sue ante. Mi rapivano anche quei sandali e scarpe lucidi e pulitissimi che mia madre sistemava sotto di esso.

L’armadio non era mai vuoto, era abitato da tante persone! Infatti, Quando l’aprivo, vedevo appesi quei tanti vestiti che emanavano un delicatissimo profumo di muschio in pietra, portato dalla Mecca. A quel punto si completava l’immagine di veri e propri uomini fermi in un’ordinatissima fila, le loro teste erano le crucce e i loro piedi erano i sandali e le scarpe sistemati sotto, le gambe invece erano invisibili! Mi chiedevo quanta strada avranno fatto questi uomini? E quanti posti avranno visitato? E mi chiedevo soprattutto dove erano sfuggiti i loro corpi dato che in quell’armadio era rimasta solo una parte o una traccia della loro anima che testimoniava, il tipo di profumo che usavano queste persone, i colori che piacevano a loro, i tipi delle stoffe e dei vestiti che indossavano,praticamente in quell’armadio era rinchiuso tutto di loro, tranne il corpo che in quel momento stava vagando altrove! Per me lo spostamento dei corpi è completo e totale, ma quello delle anime è sempre parziale, loro lasciano una parte della loro essenza nei luoghi dove i corpi sono stati una volta, ed è proprio quella parte o quella traccia che il vento porta con se e sparpaglia le sue particelle in tutti gli angoli della terra, ecco perché può capitare ad una persona che abita in un posto lontano dalla sua terra natale, di sentire l’odore di una nonna, di una madre o di un padre o addirittura di un’intera città. Noi non siamo altro, che lo spirito che abita il vento e il vento fa di noi uomini stanziali e nomadi nello stesso tempo!

Quando il conversare con i corpi invisibili dei vestiti che abitavano quell’armadio consumava tutte le mie energie, mi sdraiavo sul letto dei miei genitori e mi sprofondavo in un dolcissimo sonno, dove spesso mi capitava di sentire vibrare il mio cuore e vedere me stessa, allora, una bambina che non aveva ancora compiuto i suoi sette anni, addormentata sulla mappa del Marocco e che con i suoi piccoli dita afferrava il rigo che tracciava l’inizio del Mediterraneo e tirandolo giù come se il tutto fosse un lenzuolo blue, si trovava già, sull’altra sponda che veniva subito dopo la parte settentrionale del Marocco . A quell’ora non avevo mai capito quel sogno, ma mia madre mi diceva che forse in un momento della mia vita avrei lasciato il Marocco e sarei andata per vivere in un’altra terra dove ci sarebbe stato il mare, lei diceva che quella terra sarebbe stata la Spagna ed io oggi, mentre scrivo e penso in lingua italiana dico, che quella terra dove dimorava già una parte della mia anima era l’Italia e che la Spagna mi chiama ancora, questo me l’ha già detto il vento marino di Palermo, città dove oggi, solo una parte della mia anima risiede, perché l’altra parte si trova in Marocco e in altri posti della terra e del cielo che neanche io conosco!

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